25/10/2021
Le parassitosi dei nostri animali non sono da sottovalutare, ed i vermi non si trovano solo nell’intestino.
Tipico esempio di una classe di parassiti pericolosi che non si trovano nell’intestino sono le filarie. Questi nematodi (vermi tondi perché a differenza dei platelminti appaiono tondi in sezione) nel cane hanno localizzazione cardio polmonare.
Il loro ciclo di vita prevede un ospite intermedio, la zanzara, e l’ospite definitivo (il nostro cane).
Le zanzare succhiano il sangue da un animale portatore delle forme parassitarie adulte, preleva dal torrente ematico periferico le larve delle filarie poi vola via. Le larve della filaria rimarranno per qualche giorno del corpo della zanzara sviluppandosi alla terza forma larvale, quella infestante per il cane. Se la zanzara che alberga le larve punge un cane queste, tramite la saliva, andranno ad infilarsi nella cute del cane alla ricerca di capillari in cui entrare. Una volta entrate nei capillari della cute le larve iniziano a crescere, diventando sempre più grandi. Passano da essere microscopiche (visibili solo al microscopio) a diventare lunghe alcuni cm. Naturalmente i vasi sanguigni con le larve reagiscono, dando flebite ed alterando il flusso di sangue che passa per quei vasi.
Man mano che le larve crescono (sono quasi sempre più di una) si allungano e si avvicinano al cuore. Qui provocano la filariosi cardiopolmonare del cane. Un ammasso di vermi lunghi come spaghetti alberga le camere cardiache di destra e l’arteria polmonare.
Naturalmente l’efficienza della pompa cardiaca viene compromessa dalla presenza dei vermi, che impediscono la normale apertura e chiusura delle valvole e danneggiando l’endocardio.
I vermi adulti nel cuore si riproducono liberando microscopiche filarie che si liberano nel sangue e si distribuiscono nella cute, pronte per essere succhiate da un'altra zanzara, ed infestare poi un altro cane.
https://www.youtube.com/watch?v=f5nfFWGDUZ8
Questo video può far immaginare l’entità dei danni che può causare il parassita.
Ma noi cosa possiamo fare? Come ci accorgiamo che il nostro cane ha i vermi nel cuore? E come possiamo
prevenire questa situazione?
L’ideale e prevenirli, somministrando l’antiparassitario regolarmente al cane, quando siamo certi che nel cuore non ci siano parassiti adulti. Ecco come mai prima di prescrivere un antiparassitario per la filaria facciamo un prelievo di sangue per cercare microfilarie ed antigeni antifilaria prodotti dal cane.
Se il cane non ha parassiti adulti allora possiamo trattarlo con un antiparassitario (iniettabile, spot-on o per bocca), per tutto il periodo delle zanzare. Non esiste un mese dell’anno in cui iniziare il trattamento e uno in cui interromperlo, se ci sono zanzare si deve trattare fino al mese successivo a quando abbiamo visto l’ultima zanzara.
Perché facciamo i test per vedere se ci sono parassiti adulti?
Provate ad immaginare un parassita che si trova nel cuore, lungo 15 -20 cm, che muore perché abbiamo somministrato l’antiparassitario. Il suo corpo verrà spinto dal flusso sanguigno nel polmone e si infilerà in qualche arteriola polmonare, sempre più piccola, fino che il corpo morto del parassita non occluderà il lume dl vaso in cui si trova, dando un infarto polmonare. Pensate ora che disastro possono fare una trentina di questi vermi che muoiono tutti assieme.
25/10/2021
Novità in campo riproduzione, basta un semplice prelievo di sangue per dosare il progesterone in circa 15 minuti.
I migliori metodi per stabilire in che fase del ciclo estrarle si trova una cagna sono la vaginoscopia, la citologia (colpocitologia) e il dosaggio degli ormoni ematici (progesterone ed LH).
Il ciclo estrale della cagna è caratterizzato dalle fasi di:
ANESTRO: il periodo compreso tra diestro e proestro.
PROESTRO: periodo caratterizzato da edema vulvaree perdite sieroematiche. La comparsa di perdite ematiche segnala il primo giorno di proestro. Nel cane ha una durata molto variabile, compresa tra 1 e 21 giorni. In questo periodo aumento la concentrazione di estrogeni, che hanno la funzione di preparare l'apparato genitale femminile alla riproduzione.
ESTRO: a livello comportamentale è definito come il periodo in cui la cagna accetta il maschio. A livello ormonale è segnato dal picco di LH (ormone luteinizzante) che induce l'ovulazione. In questi giorni diminuiscono gli estrogeni ed aumenta il progesterone.
DIESTRO (gravidanza): compare da 7 a 9 giorni dopo il picco di LH. In questo periodo la concentrazione di progesterone continua ad aumentare, per poi diminuire alla fine della gravidanza, se questa si è instaurata, o della fine del diestro. Dato che l'ovulazione avviene in corrispondenza del picco di LH, Per sapere quando la cagna ovulasi può ricercare questo ormone nel sangue e stabilirne la concentrazione. Cercare il picco di LH richiede numerosi prelievi di sangue, perché la concentrazione pre e postovulatoria è molto simile, ed inoltre il picco di LH può durare solo qualche ora. Il rischio di perdere il giorno dell’ovulazione è perciò concreto. Per determinare il giorno esatto in cui avviene ovulazione, un metodo alternativo ed efficace consiste nel dosare la concentrazione di progesterone, che dalla concentrazione basale(1.5-2ng/ml in prossimità del picco di LH)subisce un innalzamento progressivo per tutta la fase successiva dell'estro. Il periodo fertile ha inizio quando la concentrazione di progesterone supera i4ng/ml. I test semiquantitativi con scala colorimetrica sono molto meno accurati rispetto al dosaggio numerico dell’ormone, ed è importante avere un laboratorio in grado di fornire dati quantitativi in brevissimo tempo per poter gestire il periodo fertile nel miglior modo. Il dosaggio della concentrazione del progesterone non serve solo per stabilire il periodo più fertile, ma anche per conoscere il giorno di ovulazione della fattrice. Perché è importante conoscere il giorno dell’ovulazione? Perché ogni volta che programmiamo una gravidanza per la nostra cagna, ci permette di ridurre al minimo il numero degli accoppiamenti ed aumentare al contempo le probabilità di concepimento. Conoscere il giorno dell’ovulazione rappresenta un dato fondamentale per poter gestire al meglio concepimento, gravidanza e parto.
In quali casi è utile dosare il progesterone?
Nella monta naturale: per conoscere il giorno esatto in cui presentare la femmina al maschio, per massimizzare il tasso di concepimento, per evitare viaggi a vuoto dallo stallone. In femmine poco fertili o che non hanno concepito ad un precedente tentativo: la prima causa di una mancata gravidanza è attribuibile ad un errore nel periodo di presentazione della femmina al maschio. risulta quindi fondamentale, in caso di mancato concepimento, stabilire il giorno di ovulazione prima di programmare un nuovo accoppiamento. Cagne con cicli estrali irregolari: per conoscere il giorno esatto dell’ovulazione e quindi stabilire la fase precisa del ciclo in cui si trova. In caso di Fecondazione artificiale con seme fresco, refrigerato o congelato: il seme conservato ha una vita più breve se comparata al seme fresco; determinare il giorno dell’vulazione è imprescindibile se si vogliono avere delle chance di concepimento. Come stabilire la data esatta del parto? Razze in cui potrebbe essere necessaria assistenza al parto o parto cesareo: Il miglior modo di prevedere la data del parto è conoscere il giorno dell’ovulazione. Il parto avviene 65 giorni (+/-1) dall'ovulazione, indipendentemente dalla data dell’accoppiamento. Il cesareo va programmato tra il 64° ed il 66° giorno dalla data di dell’ovulazione. Questo tempo risulta necessario per permettere il completo sviluppo dei feti prima della nascita. Si renderà necessario procedere ad un intervento di parto cesareo prima di tale data solo in casi diparti distocici. Da oggi, a Villa Francesca, è possibile conoscere la concentrazione ematica di progesterone, con la massima precisione ed accuratezza, in meno di 15 minuti dal momento del prelievo.
25/10/2021
Spesso leggiamo di animali che vengono ceduti o venduti ‘chippati, sverminati e vaccinati’.
Ma cosa è il microchip?
Si tratta di un cilindretto di plastica che contiene un piccolo circuito elettrico, posto dal veterinario nel sottocute della regione del collo del cucciolo di cane o di gatto. Non necessita di alcun intervento chirurgico, ma solo di un’iniezione con una siringa speciale, monouso, che tramite uno stantuffo spinge il cilindretto nel sottocute; quest’ultimo è dotato di minuscole alette che ne impediscono la migrazione, permettendogli di permanere nel sito di inoculo. Rappresenta quindi una pratica totalmente innocua per il cane ed il gatto.
Il microchip è associato ad un numero, che troviamo sull’etichetta applicata dal veterinario sul passaporto o sul libretto sanitario dell’animale. Sarà compito del medico che ha iniettato il microchip associarne il numero univoco al soggetto, per via informatica, negli archivi dell’anagrafe della regione.
Ma come funziona e a cosa serve? E soprattutto: perché è obbligatorio per legge nei cani?
Il microchip non ha una batteria ma funziona secondo il principio dell’RFID, ovvero se riceve una frequenza specifica, risponde restituendone un’altra.
Non è un gps, non funziona come un satellitare che permette di visualizzare su una mappa le coordinate di dove si trova l’animale. Semplicemente, se eccitato, risponde fornendoci il suo numero.
Quando un animale si perde (fugge o viene abbandonato) le autorità leggono il microchip con uno specifico lettore, inseriscono il numero nella banca dati dell’anagrafe e possono così risalire al suo proprietario. Ciò consente di ridurre i casi di abbandono di animali e aiuta quelli che si perdono a ritornare dai loro proprietari!
Sia per i gatti che per i cani con più di 60 giorni di vita devono avere un microchip ed essere quindi registrati nella banca dati nazionale (anagrafe canina o felina). In caso di cessione dell’animale da un proprietario ad un altro, o da allevatore al proprietario, sarà compito del Veterinario effettuare il cambio di proprietà attraverso un’apposita sezione dell’anagrafe.
25/10/2021
Per poter comprendere l’argomento, dobbiamo fare un piccolo cenno al funzionamento dell’apparato urinario di un cane.
Le vie urinarie sono composte dai RENI, che hanno il compito di filtrare il sangue eliminando i prodotti di scarto e producendo urine. Questo liquido di scarto viene convogliato attraverso gli URETERI fino alla VESCICA. Da qui poi verrà espulsa all’esterno attraverso l’URETRA.
Urolitiasi è quindi un termine generale che si riferisce ai calcoli situati in qualsiasi punto del tratto urinario. Vengono definiti rispettivamente nefroliti (localizzazione renale), ureteroliti (ureteri), urocistoliti (vescica) e uretroliti (uretra).
La formazione di calcoli urinari è una patologia molto comune che riscontriamo circa nel 20 % dei cani che si presentano in visita per problemi urinari.
ESISTONO DEI FATTORI PREDISPONENTI?
La razza sicuramente è uno di questi: riscontriamo infatti con maggior frequenza tale patologia in cani di taglia piccola quali Bichon frisè, yorkshire, Shi-Tzu, Ychnautzer nani, Cocker spaniel, con una predisposizione maggiore nel sesso maschile. Nel Dalmata e nel Terranova è stata invece descritta una predisposizione ereditaria rispettivamente per lo sviluppo di Calcoli di urato e di cistina.
Anche una dieta scorretta o concomitanti patologie metaboliche possono favorire lo sviluppo di uroliti, così come l’assunzione di alcune classi di farmaci che portano a ipercalcemia (alcuni diuretici, cortisonici etc)
In ultimo, infezioni del tratto urinario complicate da batteri produttori di ureasi e problemi metabolici possono indurre maggiore escrezione di minerali
I fattori di rischio comprendono tutte quelle situazioni in cui si verifica un aumento dei cristalli nell'urina, come un'urina molto concentrata, una variazione del ph, dei difetti di riassorbimento nel rene, ecc.
Qual è la differenza tra un calcolo e un cristallo urinario?
Entrambi sono sedimenti, ma i calcoli sono formazioni macroscopiche, cioè visibili a occhio nudo, mentre i cristalli urinari possono essere visti solo con un microscopio. I calcoli sono costituiti da aggregati di cristalli urinari. Anche i danni che possono causare sono diversi
l fatto che ci siano dei cristalli nelle urine non conduce però necessariamente alla formazione di uroliti. Quando però i fattori predisponenti sono presenti, i cristalli cominciano ad aggregarsi attorno a un nucleo centrale di detriti o in altre occasioni, quando la concentrazione è molto alta, l’urolita può formarsi spontaneamente.
QUALI SONO I PRINCIPALI TIPI DI CALCOLI?
STRUVITE: sono composti da magnesio, ammonio e fosfato e sono il tipo più riscontrato nei cani. Si formano spesso come esito di un’infezione batterica urinaria, in presenza di Ph urinario elevato. Anche i fattori nutrizionali giocano un ruolo importante, poiché avranno un effetto sul pH urinario, la quantità di magnesio e fosforo, la quantità di acqua assunta. Sono calcoli che ben rispondono a una terapia dietetica.
Ossalato di calcio: Si formano nelle urine acide spesso come conseguenza di iperassorbimento intestinale di calcio, pertanto la dieta può avere un ruolo significativo nel loro sviluppo, ma anche da malattie che aumentano il riassorbimento del calcio da parte delle ossa (iperparatiroidismo, acidosi metabolica...) o da problemi renali che aumentano la quantità di calcio nelle urine.
Urati di ammonio: frequenti nel dalmata, mentre nelle altre razze si presentano come conseguenza di disfunzione epatica o shunt portosistemico.
Cistina: frequenti invece nei bulldog inglesi e nei terranova per un difetto congenito che porta al un alterato trasporto degli amminoacidi nei tubuli renali. f
Altri: altri uroliti meno frequenti sono quelli di xantina (soprattutto in animali trattati con franchi come l’allopurinolo per lunghi periodi), di silice (associati a diete vegetariane)
Capiamo quindi come per il corretto trattamento sia essenziale arrivare ad una diagnosi accurata.
COME FA UN PROPRIETARIO A CASA AD ACCORGERSI CHE QUALCOSA NON VA?
Ci sono diversi campanili d’allarme che possiamo cogliere nel nostro cane, dal meno evidente al più palese. Questi possono includere
-minzione frequente di piccole quantità di urina
-mantengono a lungo la posizione di minzione
-urinano in luoghi inappropriati
-producono urina di colore anomalo o di odore molto forte
-hanno dolore durante la minzione o addirittura non riescono a urinare.
In qualsiasi caso è consigliabile rivolgersi immediatamente al vostro veterinario di fiducia che, dopo una visita accurata, si potrà avvalere di alcuni mezzi diagnostici quali:
la radiologia digitale abbinata eventualmente all’ecografia fornisce la conferma della presenza, posizione, numero, forma e dimensioni dei calcoli se > 3 mm.
ESAME DELLE URINE: prevede sia un esame chimico fisico delle urine con visualizzazione diretta del sedimento al microscopio, che un esame colturale e un antibiogramma per determinare se è presente un'infezione del tratto urinario e la terapia più efficace.
Se si dovesse confermare la presenza di uroliti, a seconda della loro natura, dimensione, numero e soprattutto della sede, si potrà optare per un trattamento medico o un trattamento chirurgico.
GESTIONE NUTRIZIONALE
La gestione nutrizionale dell'urolitiasi dipenderà dal tipo di calcolo, tuttavia i tre accorgimenti che si possono mettere in atto sono:
1. Diluizione urinaria, stimolando il più possibile l’assunzione di acqua. Lo si può fare utilizzando cibo umido, aggiungendo acqua alle abituali crocchette, utilizzando fontanelle o più ciotole sparse per casa..
2. Controllo del pH urinario: attraverso la dieta o gli integratori specifici
3. Adattare l'assunzione dei precursori dei calcoli attraverso mangimi medicati appositi Come in ogni campo, diamo estrema importanza alla parola PREVENZIONE!
Un semplice esame delle urine, prima che compaiano segni clinici, può fornire numerose informazioni che consentono di individuare alterazioni precoci e limitare la formazione di calcoli.
25/10/2021
Perché al cane lacrimano gli occhi?
Le lacrime, un liquido trasparente prodotto dalla ghiandola lacrimale e dalla ghiandola nittitante, rappresentano la prima barriera difensiva dell’occhio avendo il compito di tenerlo lubrificato e di proteggerlo da eventuali corpi estranei o agenti irritanti.
Capita però molto frequentemente di vedere cani o gatti che presentano una lacrimazione eccessiva da uno o da entrambi gli occhi. A questo proposito bisogna distinguere una aumentata produzione di lacrime (iperlacrimazione) da una diminuita eliminazione attraverso i dotti lacrimali (epifora).
Cause di lacrimazione alterata
Presenza di peli mal posizionati (districhiasi o trichiasi)
Disturbi a carico delle palpebre, che si rovesciano verso l’interno dell’occhio (entropion)
Alterazione dei dotti lacrimali
Prolasso della terza palpebra
Dolore: causato per esempio da ulcere corneali, corpi estranei all’interno dell’occhio, uveiti etc
Blefarite :infiammazione delle palpebre
Glaucoma: aumento della pressione all’interno dell’occhio
Allergie
Razze predisposte.
Esistono delle razze che, per caratteristiche proprie, sono più propense a presentare lacrimazione abbondante. Tra questi ricordiamo razze con occhi molto grandi rispetto al diametro della testa o sporgenti come Chihuahua, Shih-Tzu o Cavalier King Charles Spaniel. Oppure quelle con abbondante crescita di pelo vicino agli occhi come i maltesi, i volpini o i barboncini.
Quando preoccuparsi
Se c’è dolore, se l’occhio è arrossato, se il cane manifesta fotofobia (sensibilità alla luce), se un occhio appare più gonfio rispetto all’altro, se un occhio è mantenuto più chiuso, se il colore delle lacrime cambia.
5 tipi di lacrimazione
La lacrimazione eccessiva rappresenta un evento molto comune sia nei cani che nei gatti: é quindi fondamentale che i proprietari sappiano riconoscere le varie alterazioni lacrimali per determinare se sia o meno necessaria una visita veterinaria con urgenza.
Possiamo riconoscere principalmente 5 tipi di scolo oculare nei nostri animali:
1- aumentata produzione di lacrime normali: se l’evento è transitorio e non è accompagnato da rossore dell’occhio o dolore, è possibile semplicemente monitorare la situazione. In caso di epifora persistente, si rende invece necessaria la visita di uno specialista.
2- presenza di muco o piccole crosticine attorno agli occhi: maggiormente riscontrabili la mattina, sono solitamente considerate fisiologiche e possono essere semplicemente rimosse con soluzione fisiologica.
3- Muco bianco-grigiastro: spesso associato a una condizione definita cheratocongiuntivite secca. Per far fronte alla scarsa produzione di lacrime, l’occhio produce un eccesso di muco per lubrificare l’occhio. Se non riconosciuta e trattata tempestivamente, questa condizione causa forte dolore all’animale e può condurre alla cecità.
4- Scolo giallo-verdastro: spesso sintomo di infezione, soprattutto se accompagnato da arrossamento dell’occhio e dolore. La visita di uno specialista è quindi indispensabile.
5- lacrime rosso-brunastre: più evidenti nei soggetti a pelo chiaro, ma presenti anche nel resto della popolazione. Sono causate da un pigmento contenuto nelle lacrime chiamato porfirina. A contatto con l’aria questo pigmento si ossida e conferisce al pelo una colorazione bruno-rossastra.
Rimedi e cure?
In caso di lacrimazione eccessiva, accompagnata da uno o più sintomi sopra descritti, si rende necessaria in primo luogo la visita di un medico veterinario che, attraverso esami specifici, ne determinerà l’origine.
Nell’attesa della visita, è possibile cercare ridurre la presenza di sostanze potenzialmente allergizzanti come il fumo di sigaretta, profumatori per ambiente, prodotti per la pulizia.
Nelle razze a pelo lungo è consigliabile tenere toelettate le zone attorno agli occhi, Se non si notano ferite o ulcere, è possibile pulire gli occhi con soluzione fisiologica o salviettine detergenti apposite.
Per attenuare le tracce brunastre sul pelo, si consiglia di pulire la zona perioculare con salviettine dedicate o garzine inumidite con soluzione fisiologica. In questo modo, la porfirina contenuta nelle lacrime non avrà tempo sufficiente di esposizione all’aria per completare il processo ossidativo che conferisce il caratteristico colore brunastro al pelo.
Una lacrimazione eccessiva senza cause sottostanti riscontrabili non rappresenta di per sè un problema grave. Va però tenuto in considerazione che l’ambiente eccessivamente umido che si crea attorno all’occhio, può essere causa di dermatiti o sovra crescita di batteri o lieviti (malassezia spp.).
Quanto influisce l’alimentazione?
Un’alimentazione scorretta spesso può essere causa di forme allergiche e favorire l’insorgenza di una lacrimazione eccessiva. È quindi molto importante prediligere un alimento di buona qualità, evitando di fornire avanzi della tavola o eccesso di snacks.
In caso di allergie conclamate, sarà il vostro veterinario a consigliarvi la miglior dieta per il vostro amico a quattro zampe, sia essa commerciale o casalinga, frutto solitamente di una dieta ad eliminazione composta da un’unica fonte proteica e un’unica fonte di carboidrati.
25/10/2021
Come mai alcuni cani sembrano essere a loro agio in ogni contesto mentre per altri ogni novità può rappresentare una sfida?
Bisogna tenere presente che la cosiddetta “finestra di apprendimento” si chiude intorno ai sei mesi di età, entro i quali è bene che il cane impari a interagire con cani e umani, nonché frequentare diversi ambienti e contesti; questo lo renderà più competente, pronto ad affrontare le novità e meno predisposto a sviluppare paure. Tutto ciò va proposto senza forzature e ancorando le situazioni nuove ad emozioni positive, cosicché ne abbia un buon ricordo.
La socializzazione intraspecifica è fondamentale nel percorso di crescita di un cane e il contesto più ideale sono sicuramente le classi organizzate dagli educatori cinofili, dove i partecipanti vengono combinati secondo determinati criteri affinché tutti possano trarre beneficio dall'esperienza. Una volta acquisite alcune competenze di base (ad esempio il richiamo), completato il ciclo vaccinale (prima del quale è comunque corretto farlo socializzare con individui sani in ambienti protetti) e scongiurata la presenza di gravi aggressività e/o fobie (da risolvere con l'aiuto dell'educatore), Fido può fare il suo ingresso in società.
E' facile incrociare altri cani durante la passeggiata quotidiana, ma sono da preferire gli incontri in libertà, ad esempio nelle apposite aree cani, in cui possono relazionarsi senza interferenze da parte nostra. Un’esperienza piacevole in area cani dipende anche dalla nostra capacità di gestione delle situazioni: la supervisione da parte nostra è d'obbligo, ma senza intervenire quando non è necessario. Rispettiamo alcune regole di base: scegliamo con criterio i compagni di gioco del nostro cane, tenendo conto delle differenze di taglia e temperamento; all'ingresso di nuovi arrivati richiamiamolo, per offrire loro il giusto agio; non diamo per scontato che abbiano sempre voglia di interagire, rispettiamo chi ha bisogno di spazio; evitiamo di mettere in gioco risorse (bocconcini, acqua, giochi) per non scatenare la competizione; ovviamente, raccogliamo le deiezioni.
Alleniamoci a vedere il nostro cane come un individuo autonomo in grado di cavarsela, e non come un povero essere indifeso che ha costantemente bisogno del nostro aiuto. Tocca a noi saper leggere le circostanze e valutarle idonee o meno in base alla personalità del nostro amico, ma permettiamogli anche di mettersi in gioco, esprimersi, sperimentare, sbagliare. La sua autostima e la sua fiducia in noi ne gioveranno.
Andrea Signorelli
Tecnico Veterinario ABIVET
Educatore cinofilo 1° livello THINKDOG
25/10/2021
Quella fra cane e uomo è una relazione che perdura da ben quindicimila anni e il costante aumento della popolazione canina richiede ai proprietari maggiori responsabilità per una serena convivenza.
Innanzitutto in città il cane va tenuto al guinzaglio, per questioni di sicurezza e rispetto verso gli altri, umani e animali. Non per questo la passeggiata deve essere noiosa: possiamo arricchirla creando percorsi a ostacoli con gli elementi urbani, variare spesso il percorso e fare insieme al cane esperienza di vita cittadina per aumentare le sue competenze. E' importante che anche cuccioli e cani di piccola taglia possano fare esperienza del mondo, non facciamo l'errore di tenerli sempre in braccio o nella borsetta. Vivere momenti in libertà resta tuttavia una necessità primaria che sta a noi proprietari riuscire a garantire, scegliendo i contesti idonei.
La pettorina e il guinzaglio lungo-fisso sono gli strumenti ideali per le passeggiate in città, poichè permettono al cane di comunicare correttamente con i suoi simili attraverso i Segnali Calmanti. Si tratta di atteggiamenti che l’animale mette in atto per prevenire o placare litigi e situazioni di tensione; ne sono esempi: guardare altrove, fingere di annusare per terra, prendere spazio dall'altro. Quello dei Segnali Calmanti, studiati da Turid Ruugas alla fine degli anni ottanta, è un argomento che vale la pena approfondire in quanto costituiscono il preludio di manifestazioni ad intensità crescente che culminano con il ringhio e, nel peggiore dei casi, il morso. Saper riconoscere questi segnali precoci e allontanare il cane da una situazione di disagio prima che degeneri migliorerà le sue capacità comunicative, perché non sentirà il bisogno di ricorrere a manifestazioni più incisive durante le interazioni.
Va detto che i litigi tra cani sono talvolta provocati proprio dai proprietari, che inconsapevolmente interferiscono nelle interazioni. Succede ad esempio quando teniamo teso il guinzaglio (considerato un “conduttore emotivo” tra proprietario e animale) mentre due cani si approcciano; per questo è preferibile che si incontrino quando sono liberi.
Guadagniamo la fiducia e il rispetto del nostro cane facendogli vivere esperienze positive al nostro fianco, affrontando il cammino senza forzature. Ci ascolterà quando noi per primi dimostreremo di saperlo ascoltare e rispondere ai suoi bisogni invece di pretendere solamente obbedienza. Quando saremo in grado di fare questo, avremo stabilito le basi di una relazione.
Andrea Signorelli
Tecnico Veterinario ABIVET
Educatore cinofilo di primo livello THINKDOG
19/11/2021
Le patologie dermatologiche sono una delle cause più frequenti che inducono i proprietari a portare in visita i loro animali.
Le patologie diagnosticate con maggior frequenza sono:
Piodermite: è un'infezione batterica della cute (spesso da Staphylococcus pseudointermedius) non contagiosa che provoca arrossamenti, papule, pustole,croste e prurito variabile. Colpisce con maggior frequenza il cane rispetto al gatto.
Può presentarsi come forma superficiale o profonda; nella maggior parte dei casi la piodermite insorge a seguito di altre patologie (infettive, allergiche, parassitarie, ormonali..) ma esistono anche forme primarie o idiopatiche.
Dermatite da Malassezia: è una patologia causata dalla proliferazione di lieviti che, in condizioni normali, sono presenti in basso numero sulla cute e nelle orecchie di cani e gatti. La sua insorgenza può essere favorita da qualsiasi fattore alteri il normale trofismo della cute ed è quindi spesso considerata come conseguenza di una patologia sottostante.
Dermatite atopica: definita anche dermatite ambientale, è una malattia causata da polveri e pollini normalmente presenti nell'ambiente che ci circonda. É considerata la patologia dermatologica più frequente nel cane e nel gatto. Avendo una base genetica, i primi sintomi tendono a manifestarsi a partire dai 5-6 mesi di vita. Il sintomo principale è rappresentato dal prurito, soprattutto sulle zone del muso, orecchie,ascelle, estremità delle zampe e ventre
Dermatite allergica da pulci: è una malattia causata dal morso delle pulci, data da una reazione allergica nei confronti della loro saliva. L'animale colpito presenta un prurito intenso, si mordicchia il pelo e si lecca con insistenza. Con il passare del tempo compaiono delle escoriazioni che, se non trattate, che possono infettarsi secondariamente con batteri e funghi.
Demodicosi canina: definita anche rogna demodettica o rogna rossa, è una patologia non contagiosa provocata da acari (Demodex canis). Può presentarsi in forma localizzata su testa e arti anteriori, o in forma generalizzata. É caratterizzata dall'assenza di prurito, cute eritematosa, iperpigmentata di colore rossastro e maleodorante.
Dermatofitosi: è una malattia contagiosa causata da particolari funghi (Dermatofiti) che colpisce più frequentemente il gatto rispetto al cane. Le manifestazioni cliniche solo molto variabili: da aree alopeciche circoscritte fino a seborrea generalizzata, dermatite miliare e onicomicosi.
Allergie alimentari: sono causate da una reazione allergica nei confronti di una o più proteine di origine animale o vegetale contenute nella dieta dell'animale. Si manifestano con arrossamenti cutanei, perdita di pelo e prurito non stagionale.
Malattie endocrine: in corso di disfunzioni endocrine quali l'ipotiroidismo e l'iperadrenocorticismo, oltre a sintomi sistemici si possono manifestare lesioni dermatologiche come alopecia (perdita di pelo), assottigliamento della cute, seborrea, piodermiti.
Complesso granuloma eosinofilico del gatto: non si tratta in realtà di una vera e propria dermatite ma di una reazione della cute a differenti malattie sottostanti, che porta alla comparsa di piccole crosticine diffuse, perdita di pelo e intenso prurito.
È caratterizzata da un accumulo di eosinofili, cellule del sangue appartenenti al gruppo dei globuli bianchi che, in risposta a determinati stimoli, rilasciano sostanze chimiche che inducono danno tissutale.
Se noti che il tuo animale perde pelo, si gratta, ha le orecchie o le dita arrossate ... non temporeggiare!
Ti aspettiamo in clinica per una visita.
19/11/2021
La lussazione rotulea è una delle patologie ortopediche che più frequentemente colpiscono l’arto posteriore del cane, sia di piccola che di grossa taglia, ma occasionalmente la possiamo riscontrare anche nei gatti.
L’articolazione del ginocchio è formata da componenti che sono femore, tibia e rotula. La rotula, chiamata anche osso sesamoide, è incorporata all’interno del muscolo quadricipite e scorre normalmente all’interno di una “doccia” chiamata solco trocleare
CAUSE
La la lussazione di rotula può essere classificata come congenita (la forma più frequente) o traumatica in base all'origine del problema.
La forma congenita viene determinata da una malformazione anatomica di femore e/o tibia: la torsione di uno o entrambi questi segmenti ossei, porta a un malallineamento e conduce alla progressiva fuoriuscita della rotula dal suo solco trocleare.
La patologia può non essere presente alla nascita, ma le deformità anatomiche che causano queste lussazioni potrebbero essere già rilevabili.
Durante la crescita del cane, la pressione fisiologica che la rotula esercita sul solco trocleare contribuisce a determinarne la corretta profondità; se manca la corretta pressione da parte della rotula, si svilupperà un solco poco profondo, che faciliterà poi la fuoriuscita della rotula dal suo “binario” di scorrimento.
CLASSIFICAZIONE
A seconda della direzione verso cui si verifica la lussazione, distinguiamo:
Lussazione rotula mediale (MPL): la rotula non è più alloggiata nel suo solco trocleare ma si localizza mediamente ad essa; predomina nelle razze di taglia piccola quali Boston Terrier, Pomerania, Barboncini in miniatura e Toy, Cavalier King Charles Spaniels, York Shire Terriers, Chihuahua, Maltese .
La lussazione rotulea laterale (LPL): si verifica invece quando la rotula si localizza lateralmente al solco trocleare, e la riscontriamo con una frequenza più alta in cani di taglia medio-grande come Boxer, il Labrador Retriever e il San Bernardo.
SINTOMI
Il proprietario riferisce solitamente che durante la passeggiata il cane “salti un passo” deambulando all’improvviso su 3 arti, per poi tornare subito dopo a una camminata normale.
Questa episodio corrisponde alla fuoriuscita della rotula dal sua sede che si risolve poi con l’estensione del ginocchio e il conseguente riposizionamento rotule.
In alcuni casi questa manifestazione è associata a vocalizzi, ma più frequentemente non induce manifestazione algiche nelle prime fasi.
DIAGNOSI DI LUSSAZIONE ROTULEA
La diagnosi di questa patologia viene effettuata durante una visita clinica con paziente vigile, e non necessita quindi di anestesie o sedazioni. Il medico che si occupa di ortopedia, valuterà la deambulazione del cane per evidenziare se presenti zoppie o perdite del passo.
Attraverso poi particolari manovre, sarà in grado di evidenziare se presenti anomalie articolari.
Ulteriori indagini diagnostiche come per esempio una studio radiografico in sedazione, saranno indicate per individuare le cause che hanno innescato la patologia o per programmare una eventuale chirurgia.
GRADI DI LUSSAZIONE
In base alla gravità della patologia distinguiamo 4 gradi di lussazione
Lussazione di 1° grado: la rotula è normalmente contenuta all’interno del suo solco, ma può essere lussata manualmente
Lussazione di 2° grado: la rotula è contenuta all’interno del suo solco per la maggior parte del tempo, ma può occasionalmente lussare durante l’esercizio fisico senza necessità di esercitare una pressione
Lussazione di 3° grado: la rotula è lussata per la maggior parte del tempo, può essere riposizionava manualmente ma non rimane poi nella posizione corretta.
Lussazione di 4° grado: la rotula è permanentemente lussata e non è possibile riposizionarla manualmente.
Nel caso di soggetti riproduttori, è invece possibile richiedere un CERTIFICATO PER L’ESAME UFFICIALE DELLA LUSSAZIONE DI ROTULA
Trattandosi di una condizione a carattere ereditario, è possibile richiedere un certificazione di esenzione da tale patologia dopo il compimento dell’anno di età del soggetto.
Sia il Dott. Alessandro Bosio che la Dott.ssa Francesca Bosio sono veterinari referenti per la FSA e possono eseguire la valutazione clinica necessaria alla compilazione dei certificati che verranno poi inviati alla centrale di lettura FSA e riportati sul pedigree del soggetto indagato.
TRATTAMENTO
Il trattamento della PL varia dalla gestione conservativa a diverse tecniche chirurgiche a seconda dell'età del cane, delle dimensioni corporee, del grado della PL, della cronicità e delle deformità sottostanti degli arti.
Sulla base della visita sarà il medico a consigliarvi l’approccio più corretto per il vostro amato cucciolo.